












-omaggio ai veri e unici americani-













Una settimana prima del Giorno del Ringraziamento, One Nation United (organizzazione tesa a disconoscere la sovranità dei Nativi Americani, ndt) e compagni hanno presentato al Congresso il loro programma “anti-Indiani”. Mentre la maggior parte degli Americani parla assai bene dei Nativi, i lobbisti dell’O.N.U. hanno individuato un modo per minare i diritti delle tribù e le politiche federali degli Indiani.I leader dell’One Nation United hanno incontrato i membri del Congresso, i quali hanno ricavato un mucchio di soldi dai diritti dei trattati e dalle aziende di proprietà delle tribù rese ostili dall’operato degli “anti-Indiani”. Nessuno degli uffici del Congresso ha rilasciato dichiarazioni in disaccordo con gli obiettivi dell’O.N.U. ovvero bloccare le rivendicazioni di terreno da parte delle Nazioni Indiane, i riconoscimenti, il gioco d’azzardo, la vendita al dettaglio, la protezione ambientale e l’immunità relativa alla sovranità delle tribù native.La conferenza dell’One Nation United ha visto avvocati e altri organizzatori locali schierarsi contro i diritti dei nativi in Alaska, California, Connecticut, Hawaii, New York, Oklahoma, Oregon, Washington e altrove.Alcuni tra i relatori provenivano dall’ambiente universitario – l’Università dell’Illinois, la Scuola di Legge di San Diego e il Manhattan Institute – altri rappresentavano associazioni di categoria di negozi di generi alimentari, commercianti di petrolio, pescatori di granchi e sceriffi degli Stati Occidentali, oltre alla Federazione Nazionale delle Assemblee Repubblicane.I membri dell’O.N.U. hanno collaborato con i gruppi regionali che hanno demonizzato per decenni le popolazioni native. Parecchi di loro operano in organizzazioni che sono state screditate e sciolte, solo per poi riapparire sotto nuovi appellativi combinando le stesse parole: “cittadini”, “comunità”, “uguali” e “diritti”.La loro strategia nazionale contempla processi e normative, in stretta coordinazione con la Pacific Legal Foundation e la Mountain States Legal Foundation, entrambe istituite negli anni ’70 per fiaccare le vittorie legali degli Indiani e indebolire le loro politiche ambientali.La PLF è particolarmente efficace nella ricerca di tesi per sciogliere i trattati sulla pesca, annullare i privilegi degli Indiani e i riconoscimenti dei Nativi delle Hawaii.La MSLF ha sfornato due ex ministri dell’Ambiente e delle Risorse Naturali – James Watt e Gale Norton – e numerosi avvocati impiegati ora nelle agenzie di amministrazione del territorio. Raramente la MSLF ha perso un’occasione per cercare di eliminare la libertà religiosa e le tutele dai luoghi sacri ai Nativi, ed è stata il muscolo legale nascosto dietro ai tentativi di fare della Torre del Diavolo un rifugio sicuro per gli scalatori, nonostante questi disturbassero le tradizionali cerimonie dei Nativi.La MSLF ha preso al volo le cause che potevano boicottare la sovranità e le giurisdizioni tribali. Ha supportato il tentativo fallito di Russell Means di sfuggire alle autorità della Nazione Navajo quando questi fu accusato di aver picchiato la moglie e il padre, un reduce invalido Navajo. Means ha dichiarato che il tribunale Navajo non ha potere giurisdizionale perché egli è un Oglala Sioux e non un Navajo.Mediante il deposito di una proposta di accordo, la MSLF ha chiesto alla Corte Suprema di dichiarare che “il Congresso non potrebbe esporre i cittadini americani a un procedimento giudiziario da parte di corti tribali che non operano seguendo gli stessi criteri della Costituzione degli Stati Uniti d’America, in materia di razza, credo politico e altre distinzioni”. La corte suprema ha respinto l’appello della MSLF e ha proceduto contro Means. I leader delle tribù, nella premura di farsi tanti amici donando loro i proventi del gioco d’azzardo, spesso hanno finanziato persone ed enti che partecipano a questo movimento nazionale anti-Indiani. I capitali delle tribù hanno inoltre incrementato i finanziamenti devoluti alle campagne politiche di chi supporta il programma anti-Indiani e quelle di molti altri che non lo ostacolano.Ancora meno comprensibili sono i club vacanze di proprietà delle tribù che assumono comici che dicono per scherzo le stesse cose che i membri dell’One Nation United dicono sul serio.Ora, non fraintendetemi. Io sono per la libertà di parola e per il loro diritto di dire tutte le cose razziste che essi vogliono. Penso solo che le risorse economiche dei Nativi non dovrebbero finanziare i loro discorsi anti-Indiani. Lo stesso dicasi per il cosiddetto “discorso politico”, l’equivalente in politichese per “campagne di dollari”.Questo è per tutti quelli che ingaggiano un comico nei casinò delle tribù: ce n’è uno da evitare come la peste – Larry the Cable Guy (il Ragazzo della Tv via cavo, ndt) dall’umorismo ignorante che prende di mira soprattutto i bianchi poveri del Sud. Nella sua apparizione del 4 dicembre al “Tonight Show” della NBC ha esordito con una “barzelletta” su un film su una donna indiana che aveva riscoperto la religione intitolato “Squaw Skank Redemption” (il termine ‘skank’ in gergo significa ‘cesso’ e qui è usato in un gioco di parole che richiama il titolo originale del film “Le Ali della Libertà”, “The Shawshank Redemption”, ndt ). Non ricordo un’affermazione peggiore relativa ad una donna Nativa sulla tv nazionale, umoristica o meno. Avrebbe dovuto essere censurata, ma ciò non è stato. E così un’altra calunnia contro le donne Native è penetrata nella coscienza collettiva.I comici della Disney/ABC sembrano essere i peggiori, o almeno quelli che più frequentemente mancano di tatto. Uno di loro, Drew Carey, è il principale portavoce del vergognoso emblema della squadra di baseball di Cleveland e umilia i Nativi che non condividono la sua devozione per Chief Wahoo (la mascotte-capo indiano che compare sullo stemma della squadra, ndt).Le battute di Carey ritraggono gli Indiani reali come persone un gradino più giù dell’ “indiano” descritto da fittizi stereotipi e come gente ottusa, credulona e meritatamente canzonata.La schiacciante maggioranza dei Nativi Americani vogliono che i riferimenti all’essere Indiani nello sport siano eliminati. Perfino coloro che permettono alle squadre di giocare con immagini e nomi relativi alla tribù di appartenenza sono contrari ai “Redskins”(squadra di football di Washington, ndt) e a “Chief Wahoo”.Quando io e altri sei Nativi vincemmo la nostra causa contro lo spregevole nome della squadra del club di football di Washington, Bill Maher della “politicamente scorretta” ABC ci condannò così frettolosamente che ci derise persino fuori campo.Maher, le cui opinioni possono essere maturate a partire dalla sua migrazione a “Real Time” della HBO, usò nei nostro confronti un tono condiscendente e un lessico che di solito egli riserva alle creature più spregevoli che scorge nei paraggi. Ci ha praticamente detto che noi non abbiamo diritti nella nostra posizione e in caso contrario di andare a esercitarli in tribunale.Ci sono tanti cabarettisti che lavorano bene nei club vacanze delle tribù. Steve Harvey è uno dei migliori. È esilarante e informato. Quando racconta una barzelletta sugli Indiani, nessuno, che sia un Nativo o meno, è imbarazzato.O anche Jay Leno, che è divertente e non ci punzecchia. “Avete sentito che la squadra di football di Washington ha cambiato nome?” ha chiesto al suo pubblico durante una delle peggiori stagioni della squadra. “hanno omesso la parola ‘professionisti’”.In ogni caso, la squadra di Washington non ha partecipato al Super Bowl da quando noi abbiamo inoltrato la causa nel 1992. Hanno cambiato proprietari, allenatori, quarterback, uniformi, caschi, stadi, siti per gli allenamenti e tribune per le celebrità e il colore della pelle nel logo ( da bordeaux a marrone scuro). Ciò che è rimasto uguale è il nome. Una persona ragionevole studierebbe un altro nome come un modo per far girare la fortuna. Ma, questo è solo il mio pensiero.Ritornando alle umilianti vicende dei casinò. La prima del film “Apocalypto” in un casinò tribale in Oklahoma vince il primo premio. Il messaggio del film – i Maya erano selvaggi, assetati di sangue e incapaci di sostenere il processo di civilizzazione – è esattamente ciò che l’One Nation United e tutta la combriccola anti-Indiani vuole inculcare nella psiche della popolazione. Quale sarà la prossima? Un tour nei casino di Mel Gibson che insulta le donne, gli ebrei e i Maya? L’O.N.U. sarà lieta di fornire i pop-corn.Di: Susan Shawn Harjo / Indian Country Today(Susan Shown Harjo, Cheyenne e Hodulgee Muscogee, è presidente del Morning Star Institute a Washington, D.C., e una giornalista per Indian Country Today).Traduzione a cura di Valeria.
Noi, popoli indigeni dell'America, reclamiamo la terra conosciuta come Alcatraz in nome di tutti gli Indiani d'America ...Crediamo che questa richiesta sia giusta e adeguata e che questa terra dovrebbe esserci riconosciuta finché i fiumi scorrono e il sole splende.Firmato, Indians of All Tribes. San Francisco, 20 novembre 1969
Marlon Brando prima e di Jane
Fonda dopo diede al movimento maggiore popolarità. Dopo decenni di processi sui diritti di pesca, nel 1979 la Corte Federale si pronunciò a favore delle tribù residenti.Nel 1968 si verificano scontri tra lo stato del Canada, degli Usa e i Mohawk, ai quali un accordo del 18. secolo assicurava il libero passaggio e commercio attraverso la frontiera. Il Canada non rispetta l'accordo e gli attivisti rispondono con il blocco del ponte di Cornwall che collega i due paesi. Come già accaduto negli USA, anche in Canada i Mohawk otterranno il rispetto dell'accordo, solo dopo gli scontri. Nel 1968 i nativi Americani calcano per la prima volta la scena nazionale. Poco dopo l'assassinio dell'attivista per i diritti civili Martin Luther King un gruppo di attivisti per i diritti alla pesca partecipano alla Poor People's March di Washington. Nonostante partecipino alla marcia di protesta solo circa 100 attivisti indiani, la loro protesta davanti alla Corte Costituzionale e il sit-in nell'ufficio del ministro degli interni fanno scalpore.Nel 1968 viene pubblicato il libro di Stan Steiner "The New Indians" (I nuovi indiani) che d'ora in avanti darà il nome al movimento indiano che continua a protestare contro la politica di annientamento della loro cultura e l'inosservanza degli accordi da parte dell'amministrazione bianca, per i loro diritti alla pesca e la caccia, per il riconoscimento dell'autodeterminazione e della sovranità tribale indiana. La richiesta principale del movimento che si va radicalizzando sempre più e che seguendo l'esempio del movimento nero "Black Power" si fa chiamare anche "Red Power", è molto semplice: "Red Power significa che vogliamo avere il controllo sulle nostre questioni", dichiara l'attivista Sioux Vine Deloria nel 1968. "Ormai noi Indiani siamo solo mezzo milione. Non è nostra intenzione minacciare qualcuno ... Chiediamo semplicemente quel tanto di potere politico ed economico che ci permetta di vivere a modo nostro". Ma c'è ancora bisogno di qualcosa che inneschi un processo più ampio. Questo evento sarà l'occupazione di Alcatraz.Nell'anno e mezzo di occupazione della nuova terra indiana Alcatraz, migliaia di attivisti indiani e simpatizzanti si recano sull'Isola dei Pellicani per esprimere la propria solidarietà con il movimento. Su Newsweek si legge che "Alcatraz ha significato il risveglio dell'orgoglio indiano ed è diventata simbolo della liberazione dell'uomo rosso". Alcatraz ha rafforzato la riscoperta dei valori tradizionali e la resistenza contro l'assimilazione, ha innescato un aumento dell'attivismo rosso e quindi ha dato inizio all'era del "Red Power", che durerà dal 1969 al 1978.Le proteste dei Nativi sfidano i governi USA in un modo mai visto prima nel 20. secolo. Le oltre 70 occupazioni e molteplici manifestazioni realizzate tra novembre 1969 e il 1978 non lasciano spazio a dubbi sulla serietà dei propositi degli Indiani, e i governi sanno interpretare i segni del tempo. Con il suo discorso "The Forgotten American" (Gli Americani dimenticati) il presidente Johnson annunciò già nel 1968 che agli Indiani spettavano tempi migliori, tempi in cui i loro diritti sarebbero stati onorati. Poco dopo riuscì a far approvare l'Indian Civil Rights Act, che garantiva agli Indiani il diritto all'autodeterminazione. In realtà però le riforme furono ritardate e nel migliore dei casi applicate solo a metà.Il successore di Johnson, Richard Nixon, fece un passo in più e nel suo discorso dell'8 luglio 1970 davanti al Congresso annunciò la completa rottura con il passato per quanto riguardava "la minoranza più svantaggiata degli USA", entrando così nella storia americana come il presidente che durante il suo incarico si è impegnato più di tutti gli altri presidenti messi assieme per i diritti dei nativi americani. Alle sue parole seguono i fatti: convoca dei riformisti al BIA e ottiene la restituzione del Blue Lake ai Taos Pueblo del Nuovo Messico e di altre terre alle nazioni indiane dell'Oregon, Washington e Alaska. Tutto ciò non riesce però a indebolire il movimento di protesta. Le riforme di Nixon vengono boicottate dal Congresso e il governo, ormai oppresso dallo scandalo Watergate, rinuncia a imporre le sue scelte. Di conseguenze non ci sono cambiamenti percettibili nelle riserve. Per i suoi progetti di riforma il governo tratta con i rappresentanti eletti delle tribù, ma non vede la necessità di dialogare anche con i movimenti militanti di protesta.La reazione non si fa aspettare e la protesta si allarga. L'American Indian Movement (AIM), la più radicale delle organizzazioni native, si guadagna l'attenzione dei mezzi di informazione. Con le sue azioni spettacolari riesce a catturare l'attenzione dell'America bianca per la situazione misera in cui versa la popolazione nativa. L'azione di protesta pan-indiana più spettacolare, alla quale l'AIM ha partecipato in modo decisivo, è forse il "Trail of Broken Treaties" (Viaggio degli accordi disattesi): una colonna di auto formata da diverse organizzazioni indiane che attraversa l'intero continente per finire in novembre 1972 con l'occupazione non programmata dell'ufficio del BIA a Washington. Lo scopo della marcia era di ottenere misure decisive a favore degli Indiani. Quando i 500 attivisti lasciano dopo una settimana di occupazione l'ufficio del BIA, questo è completamente distrutto. Il BIA è fin dalla sua fondazione nel 1824 simbolo della sottomissione dei popoli nativi.A fine febbraio 1973 si arriva all'occupazione di Wounded Knee, tristemente famoso per essere stato il luogo in cui nel 1890 si è compiuto l'ultimo massacro di Indiani. Durante i 71 giorni di occupazione gli attivisti dell'AIM si scontrarono con armi da fuoco con il FBI e il corpo degli US-Marshal. Nonostante gli attivisti non riuscirono a far valere le richieste di riforme, l'azione ispirò altre occupazioni. Seguirono infatti l'occupazione durata sei mesi di un ex-campeggio per ragazze vicino a Moss Lake nello stato di New York (1974), l'occupazione armata durata cinque settimane di un istituto per novizi situato vicino alla riserva Menominee nel Wisconsin (1975), gli otto giorni di occupazione di un impianto industriale nella riserva dei Navajo nel Nuovo Messico (1975) e la settimana di occupazione del carcere minorile da parte dei Puyilup nello stato di Washington (1976). L'ultimo grande evento della protesta indiana si ha nel luglio 1978, quando centinaia di Indiani di diverse nazioni arrivano a Washington dopo aver attraversato per cinque mesi tutta la nazione da est a ovest. Con la "Marcia più lunga" (Longest Walk) manifestano con successo contro tutta una serie di proposte di legge ultraconservatrici presentate nel 1978 al Congresso. Tra i vari disegni di legge figurano anche la proposta di sciogliere tutte le riserve indiane, di annullare tutti gli accordi siglati, di rafforzare l'autorità statale e federale nelle riserve e di limitare i diritti indiani alla pesca e alla caccia.La marcia del "Longest Walk" è l'ultima manifestazione di massa indiana del "Red Power" e rappresenta il culmine di un movimento che è andato rafforzandosi in 50 anni di attività. Dopo il 1978 le occupazioni non sono più di moda. Gli attivisti iniziano a perseguire strade alternative, come il riconoscimento dei loro diritti umani, civili e contrattuali davanti alle Nazioni Unite e tentano di far valere i loro diritti attraverso il lavoro di lobby e nei tribunali. Senza dubbio però il movimento "Red Power" degli anni '60 e '70 ha esercitato e continua ad esercitare una fortissima influenza sull'immagine di sé dei Nativi Americani. Le leggi riformiste di quest'epoca che ha segnato la storia, come l'Indian Self-Determination and EducationAct (1975) e l'Indian Freedom of Religion Act (1978) sono solo una parte dei successi ottenuti. Per i Nativi Americani le proteste di Alcatraz e di Wounded Knee non hanno solo valore simbolico, ma rappresentano la rinascita culturale e religiosa che ha accompagnato l'epoca dell'attivismo indiano. La fondazione di scuole, università e corsi universitari indiani, l'istituzione di molteplici centri culturali e musei, l'ondata di letteratura indiana, la pubblicazione di riviste indiane (in parte nella rispettiva lingua nativa) e la ripresa delle cerimonie della Danza del sole sono tutte espressioni di una rinata auto-coscienza. Contemporaneamente questo sviluppo ha determinato una rivalutazione degli Indiani nella società americana, anche se le riserve e i ghetti urbani continuano ad essere le zone più povere di tutto il paese e le statistiche dimostrano che negli ultimi 30 anni non vi è stato nessun cambiamento nella condizione di vita degli indiani.
Non c'è da sorprendersi se l'indiano vede il lupo come un animale significativo.
Ecco passato un altro anno. E' arrivato un altro compleanno: adesso ho 62 anni. E sono da oltre trent'anni in carcere. Credo di aver scritto per la prima volta che la mia liberazione sarebbe arrivata soltanto dopo un movimento di massa, quando venni ingiustamente arrestato e condannato a Fargo, in Nord Dakota. Scrissi anche che prima avremmo dovuto unirci ed organizzarci. Fino ad ora non siamo stati in grado di farlo. Sì, abbiamo raggiunto milioni di persone che hanno firmato le petizioni predisposte ed inviate in tutto il mondo per chiedere il mio rilascio. La maggior parte delle persone che si sono adoperate per tutto questo sono europee, e' vero, ma si sono mossi anche dei cittadini di questo Paese, degli americani. Una volta addirittura cinquantacinque membri del Congresso sottoscrissero una lettera nella quale si chiedeva che mi venisse concesso un nuovo processo o che io fossi scarcerato. Cinquantacinque membri del Congresso. Un evento storico. Nessun altro prigioniero nella storia e' mai riuscito ad arrivare a tanto. Ne' si erano mai raggiunti prima, per casi individuali, risultati simili negli Stati Uniti d'America.Ma nonostante cio', io sono ancora in carcere. Non perche' io sia colpevole del crimine per il quale sono stato illegalmente rinchiuso, bensì perche' ancora non sono riuscito a raggiungere le masse qui in America. E non e' che i cittadini americani se ne freghino o non abbiano alcuna intenzione di aiutarmi, il fatto e' che non siamo ancora stati in grado di giungere a loro. Personalmente credo che alla maggior parte di loro importi qualcosa. Lo capisco da come si comportano quei pochi a cui siamo riusciti ad arrivare. Ci stiamo muovendo molto lentamente in questa campagna per la mia liberazione. Una ragione e' la mancanza di risorse economiche che ci impedisce di procedere velocemente quanto vorremmo. E credo che questa sia, in fondo, la vera motivazione dell'insuccesso qui negli Stati Uniti d'America. Tutto si paga in America, anche la giustizia e i mezzi d'informazione. Quindi, nonostante ancora non si riesca a vedere alcuna luce alla fine del tunnel, ne' tantomeno la mia liberta', dobbiamo continuare a lottare. Io continuero' a cercare la forza che mi serve per continuare a sperare, che e' cio' che mi tiene in vita.Continuo a pregare e spero che un giorno riusciro' ad avere tutto l'appoggio di cui ho bisogno da parte dei cittadini americani per poter uscire di qui. Le mie speranze ed il mio umore sono alti, nonostante i miei 62 anni. Continuo la lotta.Emergono sempre nuove prove che ci danno la possibilita' di presentare appelli. Chi di voi conosce il mio caso, sono certo che si domandera' come mai tutto questo sia possibile, considerando le innumerevoli violazioni costituzionali che gia' si sono verificate. Beh, i problemi vecchi sono sempre la'. I tribunali continuano a coprire gli atti criminali commessi da chi ha fatto in modo che io finissi qui.C'e' bisogno di aiuto. Inviate una donazione, cio' che potete, a FreedomWalk.http://www.freedomwalk.com/Nello spirito di Cavallo Pazzo,Leonard Peltier Per ulteriori informazioni si veda il sito http://www.leonardpeltier.net/ Fonte : CounterPunchhttp://www.counterpunch.org/peltier09132006.html
Tra il 1973 ed il 1976, nella riserva di Pine Ridge vi furono più di trecento morti tra gli Oglala, tutti per morte violenta ed in circostanze alquanto inspiegabili. Vi regnava un clima di terrore e di violenza da parte della polizia e dei Goons , i killer del sanguemisto Dick Wilson, capo tribale del Bureau for Indian Affairs (BIA). Gli scontri furono duri e per l’ennesima volta alla base di tutto questo vi era l’ambizione, il potere, e la sete di denaro.
1702-1713 Guerra della Regina Anna "versione americana" di quella che in Europa viene definita la guerra di successione spagnola. Anche qui si vedono opposti gli Inglesi ai Francesi con i loro relativi alleati indiani. Tribù coinvolte: Abenaki e Caughnawaga (Mohawk alleati dei francesi), Chickasaw, Applalachee, Mina, Beaubassin.
1708 I Cherokee e i loro alleati (Catawba e Alibamu) si scagliano contro i Mobile nel Missisipi Meridionale.
1711-1713 Guerra Tuscarora svoltasi nella Carolina del Nord vede da una parte i Tuscarora e dall'altra gli Inglesi.
1712-1730 Guerra Fox tra Mesquakie e i Francesi (con altre tribù loro alleate).
1715 Cherokee e Chickasaw sconfiggono gli Shawnee nel bacino del Cumberland.
1715-1716 Guerra Yamasee in questo scontro la tribù Yamasee assieme ai Catawba si scaglia contro i colonia vicino alla città di Savannah. Alla fine della guerra gli Yamasee sono quasi completamente sterminati.
1720-1724 Resistenza Chickasaw al tentativo dei francesi di proibire il commercio con gli Inglesi. Dopo aver subito degli attacchi da parte dei Choctaw (alleati dei francesi), i Chickasaw iniziano a fare rappresaglie.
1729 Rivolta Natchez contro i francesi, alla sommossa si uniscono gli Yazoo ma gli europei riescono a resistere
1739-1743 Guerra di Jenkin's Ear, qui vediamo opposti gli Inglesi con i loro alleati Creek, Cherokee e Chickasaw agli spagnoli della Florida.
1740-1748 Guerra di Re Giorgio, "versione" americana dell'europea Guerra di Successione Austriaca e continuazione della guerra precedente. E' combattuta per lo più nel New England ed entrano in gioco anche i francesi e i loro alleati1807-1811 Tecumseh e la sua guerra, questo importante capo Shawnee, ammirato persino dai bianchi, riesce a capire che l'unico sistema per arginare il dominio americano è unire tutte le tribù indiane, il tentativo tuttavia fallisce.
1751 II Rivolta dei Pimastavolta con i Pima troviamo anche i Papago, i Sobaipuri e gli Apache contro gli spagnoli
1752 Ojibwa, Potawatomie e Ottowa (alleati dei francesi) si muovono contro i Miami e riescono ad interrompere per un pò di tempo il commercio inglese nella valle dell'Ohio.
1754-1763 Guerra franco-indiana con questo termine viene indicata una guerra tra francesi, gli inglesie e gli spagnoli; ma i bianchi riescono in parecchie occasione a far combattere gli indiani al posto loro (come del resto in altre occasioni)!!
1759 Insurrezione Cherokee al termine della quale questa nazione è costretta a cedere gran parte del suo territorio agli inglesi.
1763-1764 Ribbellione di Pontiac, in cui questo capo Ottawa convince i Potawatomi e gli Uroni a unirsi per attaccare gli inglesi di Detroit. A questa alleanza in seguito si uniscono varie tribù
1763 Rivolta di Paxton presbiteriani irlandesi e scozzesi si scagliano contro i pacifici indiani Conestoga, in quest'occasione però gli inglesi si schierano dalla parte degli indiani.
1773-1764 Guerra di Lord Dunmore la miccia che fa scatenare la guerra è l'uccisione di alcuni capi indiani da parte dei coloni. Le tribù coinvolte sono Shawnee, Mingo
1775-1783 Rivoluzione Americana in questa guerra che vede opposti Americani e Inglesi, la Lega Irochese si spacca nelle alleanze e di fatto cessa di esistere.
1786-1795 Guerra di Piccola Tartaruga sviluppatasi per il tentativo degli americani di impadronirsi dell' Ohio, territorio Shawnee. Tribù coinvolte Shawnee e Miami.
1812-1815 Guerra del 1812 tra Stati Uniti e Gran Bretagna che come al solito reclutano alleati indiani. Durante questa guerra la nazione Creek viene insanguinata da una guerra civile tra pro-americani e pro-inglesi.
1816 Prima Guerra Seminole gli Stati Uniti riescono ad ottenere la Florida dalla Spagna, in questa penisola comincia l'afflusso di coloni che infastidendo i Seminole causano molte loro incursioni
1829 Guerra di Falco Nero, questo capo al ritorno dalla "stagione" della caccia trova il suo accampamento occupato da coloni bianchi che si rifiutano di abbandonarlo.
1835-1842 Seconda Guerra Seminole, nella quale emerge la figura di Osceola straordinario capo di guerra contrario allo spostamento della sua gente nelle riserve dell'ovest.
1840 Battaglia di Plum Creek tra Comanche e Ranger del Texas
1842 Courthouse Rebellion, insurrezione dei Metis del Red River in Canada
1850-1851 Guerra dei Mariposa, ove vediamo opposti gli indiani Miwok e Yokut ai minatori bianchi del Nord California 1851-1852 Insurrezione Yuma e Mojave queste due tribù si oppongono con una breve guerra al pagamento delle tasse allo stato americano.
1853-1854 Insurrezione degli Ute e Apache Jicarilla per la mancata distribuzione delle razioni previste dai trattati 1855-1856 Guerra Yakima, il governatore dello stato di Washington con dei trattati vincola gli indiani obbliga gli Indiani del suo territorio a stabilirsi nelle riserve, ma una minoranza indiana guidata dal capo Kamiakin la pensa diversamente.
1855-1856 Guerra del Rogue River, le tribù coinvolte sono quelle Takelma e Tutuni (appartenenti ai Rogue) che uccidendo dei minatori scatenano la vendetta dei bianchi con conseguente guerra.
1858-1859 Guerra dei Coeur d'Alence coinvolti contro i bianchi troviamo oltre ai Couer d'Alence anche gli Yakima precedentemente elencati
1860 Guerra Paiute iniziata per lo stupro di ragazze indiane da parte dei bianchi. E' di breve durata e ad avere la peggio sono sempre gli indiani.
1861-1865 Guerra civile americana
1861 Insurrezzione Apache, scattata dopo che i bianchi impiccarono i parenti di Cochise, durò molto a lungo. 1862-1863 Insurrezzione dei Dakota-Santee del Minnesota, che durante la guerra civile non si vedono più arrivare le razioni di cibo e denaro promesse dai trattati.
1863 Guerra Shoshoni, per l'invasione da parte dei bianchi della loro terra
1863-1868 Guerra Navajo,questi indiani assieme agli Apache non si presentano per entrare nelle riserve e Kit Carson si muove contro di loro. Alla fine i nativi sono costretti ad entrare nella riserva di Bosque Redondo.
1863 Battaglia di Kildeer Mountain tra gli americani di Sully e i Dakota-Lakota
1865 Guerra Cheyenne-Arapaho ai quali si uniscono i Lakota, da qui probabilmente parte Guerra per la salvezza del bisonte e della libertà. 1866-1868 Guerra Snake, tra questa tribù (detta anche Paiute del Nord) e le truppe di Crook. Zona: Idaho e Oregon.
1866-68 Guerra di Nuvola Rossa, il fattore scatenante della guerra fu la costruzione di alcuni forti lungo pista Bozeman (che congiungeva l'est e l'ovest statunitense) in territorio Lakota. Gli indiani ne escono vincitori...anche se per poco..e ne uscirà una nuova guerra
1868-69 Campagna di Sheridan, i Kiowa e i Comanche non ricevendo le razioni promesse dai trattati insorgono in Texas e lo stesso fanno i Cheyenne.
1869 Rivolta dei Metis del Red River in Canada
1871 - 1886 Guerre Apache in questi 15 anni di guerra quasi ininterrotta tra gli Apache e i bianchi emergono dei capi valorosi quali Victorio e Geronimo che non vogliono essere confinati nella riserva di San Carlos.
1872 - 1873 Guerra Modoc, che qui i nativi Modoc sotto la guida di Captain Jack si rifiutano di trasferirsi in una riserva abbandonando le loro terre. Alla fine i capi della rivolta (presi perchè traditi) vengono impiccati
1874 - 1875 Guerra del Red River, scorrerie di Comanche, Kiowa e Cheyenne Meriodionali contro i bianchi.
1874 - 1876 Guerra per le Black Hills, ultimo scorcio della Guerra per la salvezza del bisonte. I bianchi saputo che le Black Hills sono piene d'ora tentano di averle prima con le buone e poi con la forza. Emergono importanti capi e guerrieri come Toro Seduto e Cavallo Pazzo.
1876 - 1877 Guerra di Capo Giuseppe e Inseguimento dei Nez Percè, questi nativi contrari ad entrare in una riserva diedero vita sotto la guida di Capo Giuseppe ad una marcia leggendaria per arrivare in Canada di 1200 miglia finita malamente a poche miglia dal confine.
1878 Guerra Bannock, sotto la guida di Oytes e di capo Egan i Bannock e i Paiute escono dalla riserva
1879 Guerra Sheepeater, tribù coinvolte: Sheepeater, Shoshoni e Bannock opposti agli americani in varie scorrerie
1879 Guerra Ute, scoppiata all'interno della riserva
1890 Insurrezione dei Lakota dopo l'uccisione di Toro Seduto e Massacro di Wounded Knee
1898 Insurrezione dei Chippewa del Minnesota