domenica 4 febbraio 2007

Indiani, non finanziate più i vostri nemici e i loro sostenitori

Una settimana prima del Giorno del Ringraziamento, One Nation United (organizzazione tesa a disconoscere la sovranità dei Nativi Americani, ndt) e compagni hanno presentato al Congresso il loro programma “anti-Indiani”. Mentre la maggior parte degli Americani parla assai bene dei Nativi, i lobbisti dell’O.N.U. hanno individuato un modo per minare i diritti delle tribù e le politiche federali degli Indiani.I leader dell’One Nation United hanno incontrato i membri del Congresso, i quali hanno ricavato un mucchio di soldi dai diritti dei trattati e dalle aziende di proprietà delle tribù rese ostili dall’operato degli “anti-Indiani”. Nessuno degli uffici del Congresso ha rilasciato dichiarazioni in disaccordo con gli obiettivi dell’O.N.U. ovvero bloccare le rivendicazioni di terreno da parte delle Nazioni Indiane, i riconoscimenti, il gioco d’azzardo, la vendita al dettaglio, la protezione ambientale e l’immunità relativa alla sovranità delle tribù native.La conferenza dell’One Nation United ha visto avvocati e altri organizzatori locali schierarsi contro i diritti dei nativi in Alaska, California, Connecticut, Hawaii, New York, Oklahoma, Oregon, Washington e altrove.Alcuni tra i relatori provenivano dall’ambiente universitario – l’Università dell’Illinois, la Scuola di Legge di San Diego e il Manhattan Institute – altri rappresentavano associazioni di categoria di negozi di generi alimentari, commercianti di petrolio, pescatori di granchi e sceriffi degli Stati Occidentali, oltre alla Federazione Nazionale delle Assemblee Repubblicane.I membri dell’O.N.U. hanno collaborato con i gruppi regionali che hanno demonizzato per decenni le popolazioni native. Parecchi di loro operano in organizzazioni che sono state screditate e sciolte, solo per poi riapparire sotto nuovi appellativi combinando le stesse parole: “cittadini”, “comunità”, “uguali” e “diritti”.La loro strategia nazionale contempla processi e normative, in stretta coordinazione con la Pacific Legal Foundation e la Mountain States Legal Foundation, entrambe istituite negli anni ’70 per fiaccare le vittorie legali degli Indiani e indebolire le loro politiche ambientali.La PLF è particolarmente efficace nella ricerca di tesi per sciogliere i trattati sulla pesca, annullare i privilegi degli Indiani e i riconoscimenti dei Nativi delle Hawaii.La MSLF ha sfornato due ex ministri dell’Ambiente e delle Risorse Naturali – James Watt e Gale Norton – e numerosi avvocati impiegati ora nelle agenzie di amministrazione del territorio. Raramente la MSLF ha perso un’occasione per cercare di eliminare la libertà religiosa e le tutele dai luoghi sacri ai Nativi, ed è stata il muscolo legale nascosto dietro ai tentativi di fare della Torre del Diavolo un rifugio sicuro per gli scalatori, nonostante questi disturbassero le tradizionali cerimonie dei Nativi.La MSLF ha preso al volo le cause che potevano boicottare la sovranità e le giurisdizioni tribali. Ha supportato il tentativo fallito di Russell Means di sfuggire alle autorità della Nazione Navajo quando questi fu accusato di aver picchiato la moglie e il padre, un reduce invalido Navajo. Means ha dichiarato che il tribunale Navajo non ha potere giurisdizionale perché egli è un Oglala Sioux e non un Navajo.Mediante il deposito di una proposta di accordo, la MSLF ha chiesto alla Corte Suprema di dichiarare che “il Congresso non potrebbe esporre i cittadini americani a un procedimento giudiziario da parte di corti tribali che non operano seguendo gli stessi criteri della Costituzione degli Stati Uniti d’America, in materia di razza, credo politico e altre distinzioni”. La corte suprema ha respinto l’appello della MSLF e ha proceduto contro Means. I leader delle tribù, nella premura di farsi tanti amici donando loro i proventi del gioco d’azzardo, spesso hanno finanziato persone ed enti che partecipano a questo movimento nazionale anti-Indiani. I capitali delle tribù hanno inoltre incrementato i finanziamenti devoluti alle campagne politiche di chi supporta il programma anti-Indiani e quelle di molti altri che non lo ostacolano.Ancora meno comprensibili sono i club vacanze di proprietà delle tribù che assumono comici che dicono per scherzo le stesse cose che i membri dell’One Nation United dicono sul serio.Ora, non fraintendetemi. Io sono per la libertà di parola e per il loro diritto di dire tutte le cose razziste che essi vogliono. Penso solo che le risorse economiche dei Nativi non dovrebbero finanziare i loro discorsi anti-Indiani. Lo stesso dicasi per il cosiddetto “discorso politico”, l’equivalente in politichese per “campagne di dollari”.Questo è per tutti quelli che ingaggiano un comico nei casinò delle tribù: ce n’è uno da evitare come la peste – Larry the Cable Guy (il Ragazzo della Tv via cavo, ndt) dall’umorismo ignorante che prende di mira soprattutto i bianchi poveri del Sud. Nella sua apparizione del 4 dicembre al “Tonight Show” della NBC ha esordito con una “barzelletta” su un film su una donna indiana che aveva riscoperto la religione intitolato “Squaw Skank Redemption” (il termine ‘skank’ in gergo significa ‘cesso’ e qui è usato in un gioco di parole che richiama il titolo originale del film “Le Ali della Libertà”, “The Shawshank Redemption”, ndt ). Non ricordo un’affermazione peggiore relativa ad una donna Nativa sulla tv nazionale, umoristica o meno. Avrebbe dovuto essere censurata, ma ciò non è stato. E così un’altra calunnia contro le donne Native è penetrata nella coscienza collettiva.I comici della Disney/ABC sembrano essere i peggiori, o almeno quelli che più frequentemente mancano di tatto. Uno di loro, Drew Carey, è il principale portavoce del vergognoso emblema della squadra di baseball di Cleveland e umilia i Nativi che non condividono la sua devozione per Chief Wahoo (la mascotte-capo indiano che compare sullo stemma della squadra, ndt).Le battute di Carey ritraggono gli Indiani reali come persone un gradino più giù dell’ “indiano” descritto da fittizi stereotipi e come gente ottusa, credulona e meritatamente canzonata.La schiacciante maggioranza dei Nativi Americani vogliono che i riferimenti all’essere Indiani nello sport siano eliminati. Perfino coloro che permettono alle squadre di giocare con immagini e nomi relativi alla tribù di appartenenza sono contrari ai “Redskins”(squadra di football di Washington, ndt) e a “Chief Wahoo”.Quando io e altri sei Nativi vincemmo la nostra causa contro lo spregevole nome della squadra del club di football di Washington, Bill Maher della “politicamente scorretta” ABC ci condannò così frettolosamente che ci derise persino fuori campo.Maher, le cui opinioni possono essere maturate a partire dalla sua migrazione a “Real Time” della HBO, usò nei nostro confronti un tono condiscendente e un lessico che di solito egli riserva alle creature più spregevoli che scorge nei paraggi. Ci ha praticamente detto che noi non abbiamo diritti nella nostra posizione e in caso contrario di andare a esercitarli in tribunale.Ci sono tanti cabarettisti che lavorano bene nei club vacanze delle tribù. Steve Harvey è uno dei migliori. È esilarante e informato. Quando racconta una barzelletta sugli Indiani, nessuno, che sia un Nativo o meno, è imbarazzato.O anche Jay Leno, che è divertente e non ci punzecchia. “Avete sentito che la squadra di football di Washington ha cambiato nome?” ha chiesto al suo pubblico durante una delle peggiori stagioni della squadra. “hanno omesso la parola ‘professionisti’”.In ogni caso, la squadra di Washington non ha partecipato al Super Bowl da quando noi abbiamo inoltrato la causa nel 1992. Hanno cambiato proprietari, allenatori, quarterback, uniformi, caschi, stadi, siti per gli allenamenti e tribune per le celebrità e il colore della pelle nel logo ( da bordeaux a marrone scuro). Ciò che è rimasto uguale è il nome. Una persona ragionevole studierebbe un altro nome come un modo per far girare la fortuna. Ma, questo è solo il mio pensiero.Ritornando alle umilianti vicende dei casinò. La prima del film “Apocalypto” in un casinò tribale in Oklahoma vince il primo premio. Il messaggio del film – i Maya erano selvaggi, assetati di sangue e incapaci di sostenere il processo di civilizzazione – è esattamente ciò che l’One Nation United e tutta la combriccola anti-Indiani vuole inculcare nella psiche della popolazione. Quale sarà la prossima? Un tour nei casino di Mel Gibson che insulta le donne, gli ebrei e i Maya? L’O.N.U. sarà lieta di fornire i pop-corn.Di: Susan Shawn Harjo / Indian Country Today(Susan Shown Harjo, Cheyenne e Hodulgee Muscogee, è presidente del Morning Star Institute a Washington, D.C., e una giornalista per Indian Country Today).Traduzione a cura di Valeria.

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